Intervista a Sergio Derosas

Sergio Derosas è un fotografo nato in Sardegna nel 1975 che mi ha colpito sin da quando ho visto il suo primo scatto; lo considero un vero e proprio artista che ha fatto del ritratto fotografico una visione o meglio una “emozione”, che lui stesso cerca di raccontare in ogni foto realizzando una storia senza parlare ne scrivere, facendosi aiutare dalla natura, che nei suoi scatti è segno di magia e pace.

I lavori di Sergio sono un vero viaggio nella fantasia, un incontro magico di espressioni, colori, suoni e profumi che si riescono a percepire grazie al suo essere profondamente radicato nella sua terra d’origine, cosa che, così come raccontata da lui, è un vero e proprio “concetto di vita”. Da qualche tempo è disponibile anche un libro dove il fotografo parla della sua esperienza in questo campo e dei suoi lavori. Vi invito a leggere la mia intervista e a comprare il suo manoscritto.

 

1) Quando nasce la tua passione per la fotografia e come hai iniziato?

Direi che la passione è semplicemente nata. Ero innamorato della sola idea della fotografia, senza un fine, senza un metodo e senza un’idea di fondo. Mi piaceva semplicemente l’idea di poter far foto. Circa 4 anni fa ho capito quanto mi affascinasse la ritrattistica e ho cercato dunque di dare una mia interpretazione al ritratto, di dargli una mia impronta. Da questa impronta è nato quello che io prediligo e che definisco “Ritratto Emotivo”.

2) Quali sono state le tappe per diventare un fotografo così affermato nel genere del ritratto?

Sinceramente non so se io possa essere definito affermato; conosciuto in una ristretta cerchia è più adatto come termine….ma a prescindere penso che le tappe siano sempre le stesse, fare foto, cercare di migliorare ad ogni set per poi con il tempo creare un proprio stile fotografico e da li in poi essere riconoscibile. Al momento in cui qualcuno vede una foto e la lega subito a te, stile vuol dire che sei sulla strada giusta.

3) Hai ottenuto riconoscimenti e/o pubblicazioni? c’è qualcosa di cui vai particolarmente fiero o che ti ha dato maggiori soddisfazioni?

Pubblicazioni tantissime, sia su riviste del settore fotografico che su riviste di altri settori, varie interviste e partecipazioni ad incontri fotografici o eventi. Lavori pubblicitari pubblicati su molte riviste nazionali e varie collaborazioni con riviste fotografiche con le quali pubblico spesso articoli, uno sulle pose è uscito lo scorso mese du Digital Camera e il prossimo dovrebbe uscire su NPhotography questo metà Maggio. Nel 2017 sono stato contattato dal una casa editrice che ha voluto stampare un libro fotografico delle mie immagini e che si intitola Ritratto Emotivo. Sicuramente uno dei lavori che mi è piaciuto di più realizzare, è stato un calendario 2019 e 2020 per la Mercedes-Benz.

4) Perchè hai scelto di abbinare i tuoi ritratti alla natura?

Credo che il modo migliore per spiegare il motivo per il quale ho voluto abbinare i miei ritratti alla natura sia quello di riprendere un passo del libro: “Abitando in Sardegna sono cresciuto circondato dalla natura che fa parte del mio concetto di vita. Sempre convinto che nella natura tutto il circostante comunichi magia e pace, sfrutto questa mia visione per un approccio fotografico in cui le immagini facciano viaggiare con la fantasia e trasmettano, oltre ai colori, anche i suoni e i profumi dai quali traggo ispirazione.” Spesso mi dicono che le mie foto sembrino parlare, che in alcuni casi si possa quasi sentire i profumi della natura, che comunichino pace e tranquillità. Non so quanto questa risposta possa essere corretta, ma suppongo che tutto ciò nasca dalla voglia di raccontare il bello. In questo cammino fotografico mi faccio aiutare da terra, cielo e acqua, che si mescolano per dare origine ad immagini in cui gli elementi si fondono per essere loro stessi soggetti. In questo caleidoscopio di colori, alcune foto hanno il compito di richiamare alla mente il nostro legame con la natura. In natura tutto si evolve e cambia, cambia il mondo e cambia anche la fotografia, e dal mare ci si sposta lentamente verso le piante e gli alberi. La natura chiama prepotentemente e si fa fotografare, circonda ogni fotografia regalando delle sensazioni di pace. Il mio concetto di fotografia è quello di creare immagini che esprimano la delicatezza della modella sino ad arrivare alla gestione degli spazi e degli elementi”. C’è da dire che ogni tanto devo allontanarmi dal genere per poter respirare, altrimenti si rischia di diventare ripetitivi, ci si annoia e non si è più motivati. Quindi ogni tanto faccio foto completamente diverse per non farmi soffocare dalla noia.

5) Il ritratto emotivo…come lo spiegheresti a parole?

Definire il ritratto emotivo è abbastanza complicato perché bisogna cercare di racchiudere nelle parole quello che si vuole comunicare con le immagini. Nel ritratto emotivo è importante riuscire a ricreare un’emozione e cercare di comunicarla a chi osserva, sono ritratti molto intimi che risvegliano qualcosa in ognuno di noi, alcuni si riconoscono e vedono delicatezza, alcuni altri malinconia, altri ancora tristezza… Ma comunque suscitano un’emozione. Diciamo che nelle foto cerco sempre di cogliere l’essenza del soggetto, cercando sempre di esaltare la delicatezza dei volti. Non dimentichiamo il fattore bellezza dell’immagine, che è la cosa che arriva più rapidamente all’osservatore.

6) Digitale o analogico? Foto Naturali o post prodotte? Tu da che parte stai?

Perché mettersi un limite? Ogni qualvolta si categorizza ci si limita. Non è importante il mezzo con il quale si realizza un’immagine ma è importante quello che si realizza e che si vuole comunicare.
Ricordiamoci che la fotocamera è solo un oggetto che ci permette di fare fotografie e la continua lotta tecnologica allontana dalla fotografia è la rende solo un mercato di componenti e alta tecnologia.
Su Nphotography del mese di Maggio tratterò un argomento che richiama quello che sta succedendo in questo periodo, in cui per scattare sembra si abbia la necessità di avere sempre l’ultimo ritrovato della tecnologia. Per quanto riguarda la post produzione siamo proprio sicuri che non esistano foto post prodotte? Anche nella pellicola esisteva sia la pre produzione (scegliendo il tipo di pellicola) che la post produzione applicata dal lab (o in camera oscura) che correggeva dominanti, sovra o sottoesposizione etc etc… In digitale non è esente neanche il Jpg al quale viene applicato l’algoritmo del picture control o picture style ed eventuali riduzione disturbo etc etc. Se ragioniamo non esiste immagine “Naturale”. A questo proposito mi piacerebbe segnalare un link al blog di Marco Olivotto che spiega esattamente il concetto (marcoolivotto.com/nessuna-post-produzione-davvero/#more-4396)

E comunque la fotografia è sempre fatta di 3 passaggi fondamentali: La pre produzione (Preparazione dello shooting, scelta della location e composizione dell’idea), la produzione (il vero e proprio shooting) e la post produzione (che ha il compito di dare il tocco finale alla foto).

7) Se dovessi dare un consiglio ad un fotografo che inizia a scattare, cosa gli diresti?

Credo che il consiglio migliore che possa dargli è quello di scattare il più possibile e non farsi limitare, scattare sempre e soprattutto fare ogni cosa che viene in testa. E’ comunque tutto un bagaglio di esperienza che si crea e prima o poi tornerà utile.

8) Quali sono i tuoi progetti futuri? C’è qualcosa in particolare che ci vorresti anticipare?

Progetti futuri tantissimi, sicuramente quello più imminente è la pubblicazione di un altro libro.

Chi volesse acquistare il libro di Sergio Derosas o visitare il suo sito può farlo andando direttamente sui suoi social Facebook o Instagram.

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